Oikos, natura, uomini, ambienti

Oikos, natura, uomini, ambienti
27 Febbraio, di nuovo in strada. Oggi con gli studenti dell’ IC Puglisi, seguiti dalle prof.sse P. Campagna, L. Marchetta, A. Cosenza, che hanno preparato un laboratorio per i bambini di Ballarò, iniziato con una melodia suonata al flauto e concluso con la cucitura di un libro.
Tutti “Motti da legare”, insomma: il famoso Chichibìo con la sua la gru e Cisti fornaio, riscritti e raccontati dai ragazzi in dialetto siciliano, i disegni dei bambini e i motti di spirito e gli antichi proverbi raccolti tra i passanti. Ne è venuto fuori un libretto, curato e colorato, che presto vi mostreremo.
13 Febbraio. Subito dopo la scuola. Un’aula del Benedetto Croce. Un computer. Alcune beute. Fiammiferi. Una candela. Il tubo di Rubens e la marcia di Radetszkj. Per far cosa? Per vedere le fiamme danzare. Il prof. Giuseppe Caputo, del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, ha mostrato con alcuni esperimenti come si possa dare forma concreta alle onde sonore e verificare che si muovono in modo sinusoidale. Persino al ritmo della musica. Se il suono si propaga all’interno del tubo di Rubens (un tubo alimentato con gas combustibile e forato per far passare le fiamme), si crea un’onda sonora stazionaria, così le fiamme che fuoriescono dal tubo seguono la forma dell’onda disegnando il suo movimento.
Si è tenuta lo scorso 19 dicembre la prima lezione del laboratorio di strada del prof. Lanfranco Quadrio sul rapporto tra poesia, segno grafico e stampa. Prendendo spunto da S’i’ fosse foco, arderei l’mondo di Cecco Angiolieri, gli studenti hanno composto alcune poesie sul fuoco. La prossima volta, mercoledì 9 gennaio, i loro versi verranno associati ad una forma grafica di loro invenzione. La forma poetica e il segno, infine, si incontreranno in un piccolo libro cucito a mano e stampato con caratteri mobili. Grazie a Loredana D’Ippolito per le fotografie.
Oggi prende forma, grazie ad Anna Maria Amorello, il logo dei Classici in strada.
Il reticolo delle strade è tratto dalle trame di una foglia, mentre i colori sono quelli variopinti della città. I contorni sono imperfetti e irregolari come lo sono le vie dove scorre la vita e le foglie che si somigliano, ma non corrispondono l’una all’altra.
“Chi è straniero in questo gruppo?” Inizia così, con una domanda, la lezione di strada di Isabella Tondo sul ciclope Polifemo e con una domanda si conclude: “siamo sicuri che i greci non apparissero come stranieri (e anche un po’ strani) a Polifemo, proprio come lui lo era per Ulisse e i suoi compagni?” In effetti non ne siamo sicuri. Ci tocca provare diverse scene dell’Odissea per vedere meglio il volto dello straniero, ma anche così non basta. Alla fine i bambini costruiscono insieme a Maria Laura Pitingaro una maschera del ciclope e provano a vedere il mondo con un occhio solo. A mercoledì 19 dicembre con il laboratorio Parole, segni e caratteri mobili di Lanfranco Quadrio!
Flavia Spinella e Francesco Immesi oggi pomeriggio hanno portato la palla al campetto di San Benedetto il Moro. La palla non è tonda, ma ovale. E non serve per giocare a calcio, ma a rugby. Il campo, invece, lo mette Ballarò e pure molti dei ragazzi che si fermano, guardano, si uniscono al gioco per conquistare la palla ovale. Le mete sono a colori e Flavia dà le regole: si corre, si passa, si “abbraccia” l’avversario per fermarlo e….si parte. All’inizio si gioca in una porzione del campetto, ma pian piano il gioco coinvolge tutti e la corsa diventa a tutto campo, fino a sera. Fino a quando la candelina della torta di compleanno di una bambina non si accende per ricordarci che è festa ed anche un po’ tardi… Chi ha vinto? Bisognerebbe chiederlo a San Benedetto il Moro: forse lui, mentre tutti correvano, si inseguivano, lottavano e ridevano ha segnato i punti, o forse no.